Monache Benedettine dell' Adorazione Perpetua del SS. Sacramento

Monastero "San Giuseppe" di Ragusa Ibla


Nel cuore di Ragusa Ibla, centro storico della città iblea, gioiello del barocco siciliano incastonato nei monti iblei, che conservano tracce di storia millenaria, immerso tra le caratteristiche vie del borgo antico e tra le stupende chiese barocche, si trova il Monastero di San Giuseppe: luogo di contemplazione, e di adorazione eucaristica, dove vivono, pregano e lavorano le Monache Benedettine dell’Adorazione perpetua SS.Sacramento.

Vita nel Monastero


La clausura: una vita ritirata dal mondo, per essere unite al mondo.

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a clausura è la caratteristica della vita monastica rispetto ad altre forme di vita religiosa. Come i primi monaci scelsero la solitudine nel deserto, per imitare Cristo nella sua relazione col Padre, così le monache si ritirano in un luogo riservato, per realizzare il dialogo di Cristo col Padre.
La clausura esprime il dono radicale di sé a Cristo. Leggi tutto...

Preghiera

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a vita della monaca è una vita di preghiera. La preghiera è un mezzo di purificazione, ci mantiene alla presenza della luce di Dio, e permette di offrirci allo Spirito Santo che brucia le scorie, e ci apre all’amore del Cuore di Dio. Divenire una cosa sola in Cristo, significa trovarsi nel cuore dell’umanità.
Nella nostra vita benedettino–mectildiana la preghiera che ci unisce a Dio, viene alimentata dall’esperienza profonda del Mistero Pasquale di Cristo che ci viene offerta da: A) La Liturgia; B) L’Adorazione eucaristica perpetua riparatrice; C) La Lectio Divina. Leggi tutto...

Il Lavoro nella comunità

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l lavoro è una componente essenziale nella vita monastica, e Madre Mectilde de Bar esorta : “le sorelle devono impegnarsi ad amare il lavoro fin dal loro ingresso in monastero, senza perdere neppure un istante dedicato ad esso”. Il lavoro disciplina la natura, associa all’opera della creazione. È necessario sia per l’equilibrio personale che per la sussistenza della comunità e la solidarietà con i fratelli bisognosi. La tradizione monastica privilegia il lavoro in comune, perché le relazioni nel lavoro contribuiscono a fortificare l’unità della comunità. Leggi tutto...

Vita Fraterna

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La nostra vita, monastico-benedettina è una “vita cenobitica”, cioè una “vita in comune”, in cui l’amore di Dio si concretizza nell’amore delle sorelle, preferendo alla volontà propria il bene comune, e al bene proprio la volontà di Dio, espressa nella Regola e applicata dalla Madre Priora nelle situazioni concrete. E’ la realtà più concreta della stessa “comunità”, in cui ciascuna si affianca quotidianamente all’altra, in cui il cammino di ciascuna diventa una storia comune. Scopo principale della monaca è di cercare Dio nella carità. La monaca cerca Dio non di propria iniziativa, ma grazie all’amore di Dio che l’invita a comunicare con Lui, nel prossimo. Leggi tutto...

Accoglienza


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accoglienza è un ministero praticato fin dalle origini della vita monastica con particolare cura e fede. La monaca, chiamata all’arte della conoscenza della divina presenza, deve arrivare a saper discernere il volto di Cristo nell’ospite e far emergere, nel mistero grande dell’incontro con l’altro, il Cristo nascosto ma presente in ogni uomo, anche quello sfigurato dal dolore o abbrutito dal male.
La comunità benedettina è aperta ed accogliente nei riguardi soprattutto di quanti sono alla ricerca di maggiore fedeltà al Vangelo. Essa offre un clima di preghiera, di adorazione eucaristica la partecipazione alla Liturgia delle Ore, un luogo di silenzio e preghiera, per chi vuole ritrovare se stesso, nell’eventuale confronto (se richiesto) con una monaca.

L’ospitalità monastica si configura come mistero di accoglienza, ascolto e assunzione dell’altro nella sua alterità, fino a portarlo davanti al Signore nell’intercessione; ministero di consolazione per chi è nella prova, ministero di solidarietà per chi è emarginato.

L’ospitalità è offerta alle ragazze, signorine, signore, ma non sono escluse esperienze di giornate di ritiro da parte di gruppi giovanili e non, previ opportuni accordi con il monastero.

L’accoglienza viene offerta come condivisione evangelica: per chi vuole, può contribuire con offerta libera secondo le proprie possibilità.

N.B.
Si possono organizzare- su richiesta- incontri di riflessione sulla propria vita,
di approfondimento sulla preghiera e sulla gioia del servizio.
per le sole giovani dai 18 ai 35 anni.

Cultura Monastica


Attività Culturali

Pubblicazioni

Storia


La storia del monastero si sviluppa in quattro fasi principali:

Le origini del Monastero

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La storia del Monastero “S. Giuseppe” inizia sul finire del XVI secolo, quando Carlo Giavanti, barone di Buxello e Saccubino, si impegna a sostenere la realizzazione di un monastero di Montevergine sotto il titolo di San Giuseppe, mettendo a disposizione un vasto complesso di fabbricati di sua proprietà su cui erigere l’edificio, insieme con dei terreni e delle rendite che ne garantiscano il sostentamento.
Tradizione vuole che l’impegno del Giavanti scaturisse da un voto fatto dallo stesso barone e della moglie Violante Castellet, con il quale chiedeva la grazia a San Mauro (primo discepolo di San Benedetto) della guarigione del figlio gravemente malato. Leggi tutto...

Dalla fondazione al terremoto (1611-1693)

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’ingresso delle monache e l’istituzione della clausura avviene l’11 ottobre del 1611 per volere del vescovo di Siracusa Giuseppe Saladino, che accoglie le sollecitazioni dei fideicommissari e dalla nobiltà cittadina. Entrano così in convento, al suono delle campane di tutte le chiese cittadine, davanti alle autorità e al popolo in festa, le prime tre monache provenienti dal monastero di Buccheri. Alla prima badessa, suor Serafina Gavarra, vengono consegnati il sigillo del monastero, le chiavi e la Regola di San Benedetto, la cui osservanza non sarebbe mai venuta meno negli anni a venire. Leggi tutto...

Dalla ricostruzione alla soppressione (1693-1866).

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l terremoto del 1693, oltre a distruggere materialmente il monastero e la chiesa, incrina anche la solidità della comunità monastica, che di fatto viene in larga parte a disperdersi: molte monache infatti fanno ritorno alle loro famiglie di origine, dove spesso finiscono per restare.
Ma alcune rimangono, decise ad affrontare le difficoltà e a far rinascere il monastero: si fanno costruire una baracca di legno come abitazione ed una piccola cappella in muratura a secco come chiesa, e lì continuano la vita monastica tra stenti e sofferenze, in attesa di poter ricostruire i fabbricati. Leggi tutto...

Dalla soppressione all’arrivo delle Benedettine dell’Adorazione Perpetua.

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abolizione degli Ordini religiosi a seguito delle leggi eversive del 1866 apre un periodo di crisi per il monastero “S. Giuseppe”. Le monache infatti perdono la proprietà del monastero, della chiesa e dei beni di cui disponevano, anche se viene loro consentito di continuare a vivere nell’edificio e ad utilizzare le chiesa per il culto.
Nel 1906 il monastero viene messo in vendita da parte del Demanio dello Stato. Interviene allora una figura di spicco, don Gabriele Tumino, un sacerdote che si dedicò con tutte le sue forze alla ripresa della vita religiosa. Leggi tutto...

Personaggi Storici


Laici

Vescovi

Religiose

Chiesa di San Giuseppe


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a chiesa di San Giuseppe fu costruita dalle monache Benedettine tra il 1759 e il 1790, in seguito alla distruzione causata dal terremoto del 1693 della preesistente chiesa di San Giuseppe inserita nel monastero.
L’opera, vicina al repertorio formale di Rosario Gagliardi e per questo a lungo attribuita al maestro del barocco ibleo, è oggi più solidamente attribuita al frate carmelitano Alberto Maria di San Giovanni Battista, attivo nel Val di Noto nella seconda metà del XVIII secolo – pur non escludendosi del tutto un apporto iniziale dello stesso Gagliardi. Leggi tutto...

La facciata

Gli interni

OBSCULTA

Museo Benedettino


Immagini

Info e Orari

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bsculta, itinerario storico-spirituale all’interno del monastero benedettino di s. Giuseppe di Ragusa Ibla, nasce nel 2011, in occasione del IV centenario della sua fondazione, su iniziativa delle monache benedettine dell’adorazione perpetua del ss. sacramento che ne portano avanti la secolare storia di spiritualità.
Obsculta è l’incipit della regola di san benedetto: “ascolta, o figlio, gli insegnamenti del maestro e apri dolcemente il tuo cuore”; l’iniziativa vuole in questo senso costituire un luogo dell’ascolto reciproco tra il Monastero e la società: un luogo in cui ri-trovarsi e ri-conoscersi.
Si tratta di un piccolo ma suggestivo percorso espositivo dentro il Monastero, intorno alla chiesa di san Giuseppe - gioiello del tardo barocco siciliano - nel quale si raccontano, attraverso documenti e oggetti, i fatti salienti della storia del monastero e la vita spirituale della comunità monastica che lo abita.
Lo spazio espositivo è diviso in quattro sezioni: le prime tre dedicate alla storia e alla spiritualità del Monastero, la quarta alla vita quotidiana delle monache benedettine dell’adorazione perpetua del ss. sacramento che si svolge nell’Ora-Adora et Labora.

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Contatti


MONASTERO DELLE BENEDETTINE DEL SS. SACRAMENTO

via Torrenuova 19 - 97100 Ragusa Ibla
T. +39. 0932. 621779 - F. +39. 0932. 625979
M. mobeap.rg@gmail.com

CHIESA DI SAN GIUSEPPE

piazza Pola - 97100 Ragusa Ibla

La chiesa rimane aperta al pubblico tutti i giorni per la partecipazione alla liturgia e l’adorazione eucaristica nei seguenti orari:
mattina: dalle ore 7.30 alle ore 12.00
pomeriggio: dalle ore 15,00 alle ore 18,00 (settembre - giugno)
pomeriggio: dalle ore 15,00 alle ore 19,00 (luglio - agosto)
Il SS. Sacramento viene esposto ogni giorno per tutto il giorno.